Direttiva UE sul whistleblowing: 30 giorni al termine previsto per la trasposizione e ancora tutto tace.

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Whistleblowing
Supporto ai segnalanti

La Direttiva europea sul whistleblowing, adottata due anni fa dalle Istituzioni europee, non è ancora stata recepita nel nostro Paese e a soli 30 giorni dal termine ultimo per la trasposizione c’è un preoccupante silenzio da parte delle Autorità italiane.

L’Italia rischia di esser sanzionata dall’Unione Europea qualora non rispetti i termini previsti per la trasposizione. La probabilità di non farcela entro il 17 dicembre sembra sempre più alta, considerando anche che la delega al Governo per la trasposizione è scaduta. E il Governo non hai mai dato alcun segnale né da parte della Guardasigilli Cartabia né da parte del Presidente Draghi.

Il problema non riguarda solo il ritardo accumulato ma, soprattutto, la totale mancanza di trasparenza del processo. Non vi è infatti mai stato un coinvolgimento di stakeholder esterni, tramite consultazioni, audizioni o tavoli di lavoro, lasciando che l’elaborazione del disegno di legge di trasposizione facesse il suo iter fin qui nella più totale oscurità.

Non è dappertutto così: ben 13 Paesi dell’Unione, tra cui Francia, Spagna e Portogallo, hanno posto i disegni di legge in consultazione ormai mesi fa, in modo da raccogliere i commenti e le proposte di tutti i soggetti interessati. Laddove non ci sono state consultazioni, le organizzazioni della società civile hanno avuto la possibilità di incontrare i Ministri della Giustizia (come in Romania e Slovenia) o di partecipare a tavoli di lavoro (come in Croazia e Bulgaria). In ogni caso, nella maggior parte degli Stati membri la proposta di trasposizione è pubblica e liberamente consultabile, cosa che non avviene in Italia che si colloca così alla stregua di Stati che ancora non hanno iniziato il processo di recepimento come Cipro e Malta.

La Direttiva andrebbe ad inserirsi in un quadro normativo definito dalla legge sul whistleblowing del 2017, che prevede già importanti tutele per il segnalante, ampliando però il novero dei soggetti tutelati e andando a ricomprendere anche i lavoratori del settore privato. Le novità più significative che dovranno essere introdotte riguardano anche la tipologia di ritorsioni, le misure di tutela e sostegno ai segnalanti e le sanzioni, affinché queste possano avere l’efficacia pratica che è sembrata mancare in questi anni.

Insieme a The Good Lobby Italia chiediamo al Governo di garantire maggiore pubblicità al processo di trasposizione e un pieno coinvolgimento degli stakeholder. Nello specifico proponiamo:

- un aggiornamento pubblico sullo stato di avanzamento del processo di trasposizione della Direttiva 2019/1937;

- la possibilità per gli stakeholder esterni di poter fornire le proprie osservazioni e commenti sulla proposta di decreto elaborata dal Governo tramite consultazione, audizioni o altre modalità, per garantire un adeguato confronto sul tema e tenere in considerazione i molteplici punti di vista indispensabili per delineare leggi efficaci.

LETTERA AL GOVERNO SULLA DIRETTIVA 

 

 

PUBBLICAZIONI SUL WHISTLEBLOWING


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