Lanciamo un appello fermo alle istituzioni affinché siano applicati tutti i presidi anticorruzione per prevenire e contrastare il malaffare.
Possiamo testimoniare che, negli ultimi anni, molti enti pubblici e privati hanno investito seriamente in sistemi di prevenzione, controllo e gestione dei rischi corruttivi. La consapevolezza dei danni che la corruzione arreca alla credibilità e all’efficienza delle istituzioni si è diffusa, e rappresenta oggi un patrimonio condiviso da larghe fasce della società civile.
Esiste nel Paese una forza civile, silenziosa ma crescente, che si indigna profondamente di fronte ai tradimenti della fiducia pubblica. Che si tratti di assunzioni clientelari, di commistioni tra affari e politica, o di sottomissioni a logiche di potere opache. Questa indignazione è reale, ed è difficile da placare con giustificazioni o con l'inerzia.
In questa prospettiva, lanciamo un appello fermo alle istituzioni affinché siano applicati tutti i presidi anticorruzione per prevenire e contrastare il malaffare nei rapporti amministrativi (concessioni, autorizzazioni e permessi) e privati (appalti, somministrazione di servizi e consulenze). Nonché siano predisposte tutte le norme amministrative e civili indispensabili al processo di riforma avviato con l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Una riforma lasciata a metà non è accettabile, e rischia di produrre più danni che benefici.
È tempo di risposte serie e concrete. Perché la corruzione non ha colore politico e combatterla fino in fondo è un dovere democratico.