Tra orizzonti, valori e nuovi strumenti, il BIF ha celebrato i suoi primi 10 anni

Al BIF Talk 2025 di Pisa presentata la prima versione del BIV100, per aiutare le imprese a crescere sempre.

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I dieci anni del Business Integrity Forum di Transparency International Italia si sono sublimati nella densa due giorni dei BIF Talk 2025 di Pisa, di scena alla Scuola Superiore Sant’Anna tra il 30 settembre e l’1 ottobre.

Tra Values e Horizons - questo il tema della kermesse - i rappresentanti delle aziende BIF, del mondo dell’università e della ricerca, delle professioni e del Terzo settore hanno dato vita a un confronto serrato e ricchissimo in cui nuovi strumenti, nuovi approcci e nuove prospettive si sono trovati accomunati nella sempre più forte consapevolezza che l’integrità ha ormai raggiunto un livello di profondità e di estensione tali da renderla, in ogni tipo di business, elemento strategico e più che mai irrinunciabile. Irrinunciabile per chiunque, non soltanto per le aziende impegnate nella competizione del business, ma anche per la stessa società civile, che da una crescita armonica del livello di integrità ha da guadagnare e guadagnare parecchio, in ogni sua fascia.

La legacy del BIF nel nome dell'integrità

“Del resto – ha detto il presidente di Transparency International Italia, Michele Calleri - il contrasto alla corruzione stia diventando uno dei pilastri attraverso i quali possiamo arrivare a contrastare concretamente l’abuso di potere in senso più lato. E, specialmente in questo momento, dobbiamo fare di tutto per sottolineare la forza dei nostri valori occidentali: integrità, trasparenza, responsabilità, veri pilastri per una democrazia solida e compiuta”.

“Oggi siamo giunti contemporaneamente a un punto di arrivo e uno di ripartenza  - aveva anticipato Gaetana Morgante, Rettore Vicario della Scuola Superiore Sant’Anna – sempre con l’obiettivo di portare la cultura dell’integrità dal piano del mero adempimento a quello della iniziativa proattiva. In dieci anni abbiamo sicuramente raggiunto risultati importanti, ora ci attendono nuove impegnative sfide”.

In tema di obiettivi (horizons) è stato Giovanni Colombo - coordinatore del BIF di Transparency Italia – a delineare i nuovi filoni della business integrity, quali la gender equity, la sostenibilità, i diritti umani e l’attenzione sul public procurement. “Gli orizzonti delineano la continua espansione del perimetro della business integrity – ha detto Colombo -  sempre più ampia e multidisciplinare, e mettono al centro i valori,  quindi una compliance non difensiva o reattiva, ma propositiva, che abbraccia l'espressione del valore dell'integrità quale uno dei valori principali delle aziende”.

In questo quadro si è collocata la presentazione della versione beta del BIV100 Business Integrity Values, elaborato da parte di Transparency e della Scuola Sant’Anna, con innesti di intelligenza artificiale per scandagliare in estrema velocità i documenti aziendali che testimoniano adozione di strumenti, comportamenti, promozione di valori. Il modello ha l’ambizione di diventare una piattaforma utile alle aziende per confrontarsi sui temi dell’integrità (nel senso più ampio del termine) e concreto strumento di crescita, grazie all’intrinseca capacità di portare a fattor comune le best practice aziendali. Come dire: un nuovo elemento per migliorare, grandi e piccole aziende, partendo da ciò che le stesse aziende fanno (o non fanno) in tema di promozione dell’integrità. Molto interessante il confronto con professori e ricercatori multidisciplinari del Sant’Anna ed esponenti del Ministero dell’Economia e delle Finanza, Ufficio della Finanza Sostenibile e Affari Internazionali, interessati al tema e potenziali partner di sviluppo e miglioramento dello strumento stesso.

La cross disciplinarità dell'integrità

Il BIF Talk del decennale del BIF ha toccato molti argomenti ascrivibili alla vasta galassia dell’integrity: dal trend della normativa sia a livello europeo (anche grazie alla partecipazione dei vertici  dei BIF di Francia, Spagna e Svezia) sia a livello italiano, alle nuove forme di comunicazione e diffusione del Codice Etico, come strumento alla base della cultura del cambiamento, passando dal tema della gender equity e della centralità del public procurement nelle dinamiche di prevenzione della corruzione.

Un menù ricchissimo, insomma, la cui sintesi rischierebbe di svilire la complessità dei contenuto e per il quale vi rimandiamo alla visione integrale dell’evento.


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