L’ecosistema antiriciclaggio in Italia: stato dell'arte e ruolo della società civile

A Roma il primo evento italiano del progetto Step EU - Strengthened enforcement capacities of public authorities in the European Union di Transparency International

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Illustration: Amy Chiniara © Transparency International

Un confronto aperto sul rapporto tra antiriciclaggio e anticorruzione ed uno spazio di incontro tra autorità e società civile, per favorire delle sinergie e contribuire a rafforzare l’ecosistema antiriciclaggio a livello nazionale ed europeo

Martedì 13 maggio 2025 a Roma, nella sede della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, si è svolto l'evento L’ecosistema antiriciclaggio in Italia: stato dell'arte e ruolo della società civile, promosso da Transparency International Italia nell’ambito del progetto Step EU - Strengthened enforcement capacities of public authorities in the European Union.

Il progetto Step EU si propone di rafforzare le strategie di prevenzione della corruzione e del riciclaggio di denaro in tutta l'Unione Europea con il contributo della società civile, dei giornalisti e degli attivisti. L'azione coinvolge nove capitoli nazionali di Transparency International – Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Slovenia e Spagna – e la delegazione presso l’Unione Europea (Transparency International EU).

In occasione dell'evento a Roma sono state presentate alcune prime evidenze dell'analisi comparata sull'ecosistema antiriciclaggio europeo, in particolare sull’accesso ai dati sugli asset che possono costituire indicatori di riciclaggio. Da questa analisi, sostenuta dai primi risultati della ricerca sul campo, sono emersi dei dati interessanti:

  • una buona consapevolezza normativa in gran parte dei Paesi coinvolti;
  • la necessità di una spinta nella direzione di standard comuni (come previsto dalla Sesta Direttiva Antiriciclaggio e dalle nuove norme dell'Anti Money Laundering Package);
  • alcune gravi lacune, a livello nazionale, in tema di accessibilità, ridondanza o limiti legislativi e tecnici che rendono i registri poco efficaci dal punto di vista dell’antiriciclaggio.

In generale, per quanto riguarda l'Italia, l'ecosistema antiriciclaggio nazionale risulta avere un livello avanzato di competenza e formazione delle autorità pubbliche, rispetto ad altri Paesi. Questo anche grazie alla presenza di autorità specializzate (Guardia di Finanza) e una consolidata esperienza nell’attività di prevenzione e repressione nel settore dell’antimafia. Al contempo emerge un ampio margine di miglioramento, che potrebbe derivare dalla sinergia tra soggetti obbligati e società civile (attivisti, giornalisti e accademia). Sono presenti inoltre alcune problematiche storiche, come la ridondanza di alcuni registri, come quello automobilistico o quello delle imbarcazioni. Ed è comune ad altri Paesi, invece, la mancanza di univocità della definizione di legittimo interesse.

Gli intervenuti, moderati da Andrea De Tommaso - componente del National Advisory Group del progetto - hanno esposto i propri punti di analisi: Maurizio Vallone della Scuola di Perfezionamento Forze di Polizia; il Gen. Michele Carbone della Direzione Investigativa Antimafia; Laura Valli dell'Autorità Nazionale Anticorruzione; dalla Banca d'Italia: Italo Borrello dell'Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia e Pierpaolo Fratangelo dell'Unita di Supervisione e normativa antiriciclaggio; Antonio Bosisio del Centro di ricerca interuniversitario su criminalità e innovazione Transcrime e Lorenzo Bagnoli del Centro di giornalismo investigativo Irpi (IrpiMedia).

Nel corso dell'incontro è stata riconosciuta la necessità di un maggiore coinvolgimento della società civile sul tema dell’antiriciclaggio, per un miglioramento delle sinergie tra tutti gli attori coinvolti. Sono stati altresì evidenziati alcuni limiti di questo approccio:
  • il livello di tecnicismo richiesto per comprendere la materia dell’antiriciclaggio;
  • il rischio di intasare di segnalazioni le autorità preposte, che già al momento faticano a gestire i flussi che ricevono dai soggetti obbligati.
In generale, un maggiore coinvolgimento della società civile sul tema dell’antiriciclaggio, così come su quello dell’anticorruzione, servirebbe a rafforzare gli anticorpi civici della società, già provata da uno scenario politico globale travolto da conflitti di interesse di ogni tipo.

Nel chiudere la giornata abbiamo voluto ribadire la necessità di lavorare sugli strumenti di prevenzione dei fenomeni corruttivi e di riciclaggio e sulla necessità di operare tutti - istituzioni, pubblica amministrazione, soggetti privati e società civile -  per una cultura dell'integrità condivisa.

🗃 Nelle prossime settimane pubblicheremo alcuni estratti della ricerca sull'Italia su transparency.it/step-eu  



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